Vecchie Terre di Montefili Anfiteatro 2017

74,86 €
+-
  1. Artigianali
  2. Lieviti indigeni

Descrizione

Dettagli del vino

Prodotto dalla vigna storica di Sangiovese, piantata nel 1975, questo vino rappresenta Vecchie Terre di Montefili in tutta la sua storia. Vino di grande struttura e complessità, racchiude in sé tutta l'autenticità di un Sangiovese coltivato su galestro, donando nel bicchiere sentori di frutta rossa matura e pepe accompagnati da un tannino elegante e ben bilanciato.

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Colore

Rubino radioso.

Olfatto

Ampio e tipico panorama olfattivo che si manifesta con mirtilli e ribes neri ancora croccanti, viole in appassimento, sottobosco con bacche di sanguinella, alloro e canfora, netta la nota ematica e intensa la speziatura di pepe di Sichuan e cannella, leggera la tostatura di caffè.

Gusto

La freschezza vibrante rende snello ed equilibrato il sorso dalla forte personalità. I tannini sono potenti ma vellutati, la spinta sapida piena di energia gestisce una lunghissima persistenza ricca di echi fruttati e speziati.

Dettagli

Caratteristiche

ANNO 2017
SISTEMA DI ALLEVAMENTO Cordone capovolto
ALCOL 13.50
FORMATO 0,75 L Standard

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Informazioni

CLASSIFICAZIONE IGT Toscano o Toscana
TEMPERATURA 18-20
UBICAZIONE Greve in Chianti (FI)
TERRENO Galestro argilloso
AFFINAMENTO 24 mesi in tonneaux da 350 L.
VINIFICAZIONE Fermentazione spontanea con lieviti indigeni e macerazione in acciaio.
DECANTAZIONE 1 ora
TIPOLOGIA Rossi

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Premi

Recensioni degli utenti:

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Nome: Vecchie Terre di Montefili
Anno avviamento: 1979
Ettari coltivati: 9
Nome enologo: Serena Gusmeri
Indirizzo: Via S. Cresci, 45 - Greve in Chianti (FI)
Sito web: www.vecchieterredimontefili.it

Era il 1979 quando Roccaldo Acuti, imprenditore tessile di Prato, acquistò un piccolo appezzamento a Montefili sul versante nord della Conca d’Oro di Panzano. Con passione e costanza, prima lui e poi la figlia Maria e il genero Tommaso Paglione, enologo piemontese, si sono dedicati alla valorizzazione di questo territorio e delle sue espressioni in bottiglia. Nel 2016 la famiglia Acuti decide di vendere a tre imprenditori americani, Tomas Peck, Frank Bynum e Nicola Marzovilla, che hanno deciso di operare nel segno della continuità. L’azienda infatti si trova all’interno dell’anfiteatro della Conca d’Oro, così chiamata per la sua fertilità che la rendeva dorata quando qui si coltivava grano, e che con la delibera del Comune di Greve in Chianti del 2012 è diventato uno dei primi biodistretti d’Italia. Conduzione biologica quindi per i dieci ettari di vigna che insistono, a 500 metri di altitudine, sui tipici terreni del chiantigiano argillosi e ricchi di scheletro con galestro e alberese. Impianti a cordone speronato, che diventa capovolto per le piante di oltre quarant’anni, che danno vita all’Anfiteatro il vino di punta dell’azienda. Sangiovese ovviamente padrone della vigna con scampoli di terra lasciati al Cabernet Sauvignon come unico supporto e come materia prima del Bruno di Rocca che, con l’annata 2012, sta prolungando la maturazione saltando, così, l’assaggio per quest’anno. In cantina Tommaso Puglione è stato sostituito da Serena Gusmeri, che sta proseguendo le lunghe maturazioni tra botti grandi e Tronçais da 350 litri, cui da sempre sono stati abituati i vini dell’azienda.